Il centro storico


L'impronta di un principato è evidente non solo nell'antico centro storico, ma risalta anche alla periferia: tanto in quella immediata quanto in provincia. L'armoniosa Piazza del Duomo è il fulcro cittadino. Il complesso del Duomo (cattedrale di San Vigilio), che fa lato con la sua fiancata nord nella quale si riscontra la purezza di linee che il maestro comacino Adamo d'Arogno ha saputo dare all'imponente fabbrica commessagli dal vescovo Federico Vanga all'inizio del tredicesimo secolo. L'austera cattedrale costituisce uno dei più splendidi monumenti dell'architettura lombarda dove Io stile romanico s'innesta su concezioni gotiche.

Nella elegante parte absidale forma corpo con il Castelletto, determinando un suggestivo insieme di masse movimentate in senso orizzontale e verticale, materializzando simbolicamente l'unione del politico a quello religioso nelle mani del principe vescovo. Il Castelletto tiene posizione d'angolo mentre in aderenza, sul lato di mattina della piazza, continua il maestoso Palazzo Pretorio con affiancata, all'altra estremità, la bella Torre di Piazza o Torre Civica. Sugli altri lati che serrano il quadrangolo, dominato dalla imponenza della barocca fontana del Nettuno, alla solenne severità dei monumenti citati fa riscontro una sinfonia di edifici, ora intonati alla tradizione trentina scevra da ogni ricercatezza, ora soffusi di una grazia tipicamente veneto-lombarda che poi si ritrova in quei palazzi coperti, alla stessa maniera, di ornamenti che stanno a lato di via Belenzani, l'antica «Via Larga» che si stacca diritta da mezzo la piazza in direzione nord o sulla parallela via Oss-Mazzurana o, ancora, sulla via del Suffragio.

L'edilizia chiesastica e autorevolmente rappresentata dalla basilica di Santa Maria Maggiore, dove di raro pregio e la cantoria; dalla gotica parrocchiale di San Pietro; dalla chiesa di San Francesco Saverio - che del barocco e il miglior esempio che si ha in Trento - e da quella della SS. Trinita; dal romanico S. Lorenzo, il bel tempio del Duecento che già fece parte del monastero benedettino dapprima e domenicano in tempo successivo; dalla caratteristica chiesa di S. Apollinare e da altre ancora.

Con i vescovi Giorgio I di Liechtenstein e il raffinato umanista Giovanni lV Hinderbach arrivò in città un soffio delI'arte cortese, del gotico fiorito e del rinascimento, ma con l'avvento di Bernardo Clesio iniziò un fervore di opere che cambiò volto alla città di Trento. Al Castello del Buonconsiglio aggiunse il «Magno Palazzo». Le vie del vecchio agglomerato urbano s'arricchirono di splendidi palazzi, composti secondo un'unita estetico-edilizia che fortunatamente non e stata turbata nelle epoche posteriori.

Il Cardinale Madruzzo, che ebbe l'avventura dell'ospitalità del Concilio di Trento, prosegui l'opera del suo predecessore intesa all'esaltazione della funzione rappresentativa della città e proiettò la sua attenzione anche al di la delle mura urbane, portando a compimento la Villa delle Albere e realizzando Villa Margone.



Il centro storico